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al testo di Rosa Maria Cantatore
Eterno richiamo
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e penso a quante fragili vele hanno solcato le onde, sentito gli spruzzi di quest’omerico mare “colore del vino” ( nel riquadro dei vetri sembra ancora lanciare il suo eterno richiamo) Gorghi hanno inghiottito -urla e fauci di bestiali Cariddi- ciurme temerarie innumerabili schiere che giacciono ora sul fondo, polvere d’ossa nutrimento di creature marine… acquetata aleggia ormai la memoria su questo mare - lago tranquillo appare (oh, inganno) quasi nordico fiordo- con toni canori con rombi e mormorii sempre accompagna il cadere delle ombre, il sopraggiungere ambito del silenzio. 27 febbraio 2014
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Rosa Maria Cantatore
- 10/09/2019 23:53:00
[ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]
grazie, Gil. Anche se in notevole ritardo ;-)
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Gil
- 29/08/2019 07:48:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
Bello leggerla come metafora dun visduto interiore, tumultuoso viaggire dunanima nel mondo; fino a quell"inganno" duningenua tranquillità, fino a quell"ambito silenzio", emersione dallombra, dall"incertezza" dogni parola. Scrittura lucida nella forma e nel registro linguistico, così mi è sembrato a mio mierrimo parere, con esito stilistico di nettezza espositiva.
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